BEATA VERGINE IMMACOLATA – Domenica 9 novembre 2025, si è svolta l’assemblea parrocchiale. Dopo la messa delle 9.30 c’è stata l’introduzione del parroco don Andres Bergamini. Poi la divisione in gruppi di lavoro, il pranzo e le conclusioni. Qui la cronaca dettagliata di tutti gli interventi.
Perché questa giornata: discernere insieme come comunità
Don Andres Bergamini ha introdotto i lavori dell’assemblea spiegando che l’incontro nasce da un confronto avviato nei mesi precedenti con il Consiglio Pastorale, da cui è emersa la necessità di vivere un momento di ascolto reciproco e discernimento. L’obiettivo è riflettere insieme su ciò che è più importante oggi per la vita della parrocchia, ma anche allargare lo sguardo al contesto più ampio dei cambiamenti ecclesiali e sociali degli ultimi decenni.
Don Andres ha osservato come l’identità della parrocchia non sia più la stessa di venti o trent’anni fa: è mutata la società, il modo di vivere i rapporti e di stare insieme. Non è quindi una questione solo organizzativa, ma di mentalità e di linguaggio della fede. La comunità è chiamata a interrogarsi su come riscoprire il proprio ruolo e la propria missione in un tempo in cui il senso di appartenenza sembra affievolirsi.
Ha ricordato poi la bellezza della liturgia appena celebrata, cuore della vita comunitaria: ogni volta che si celebra l’Eucaristia e si ascolta la Parola di Dio, la comunità e ciascun fedele si incontrano con il Signore. Tuttavia, la vita cristiana non si riduce alla Messa domenicale: essere Chiesa significa anche costruire relazioni, vivere momenti di fraternità e di condivisione.
Don Andres ha constatato che oggi il senso di comunità è in crisi. Un tempo, le persone vivevano insieme momenti intensi – vacanze, attività parrocchiali, esperienze comuni – mentre ora si fa più fatica, a causa della vita frenetica, del lavoro e dell’isolamento crescente. Tuttavia, ha ricordato, la parola parrocchia significa “farsi vicina”, essere una presenza amica sul territorio; e insieme custodisce anche un senso di “estraneità evangelica”, perché la comunità cristiana è chiamata a vivere nel mondo con uno sguardo diverso, ma sempre aperto e accogliente.
Il parroco ha sottolineato che una delle caratteristiche più belle della comunità è l’accoglienza: tante persone bussano alla porta della parrocchia per chiedere sacramenti, aiuto o semplicemente ascolto. Ci sono famiglie del catechismo, coppie che si preparano al matrimonio, adulti che chiedono i sacramenti, persone in difficoltà economica o che cercano un luogo di preghiera. Incontrare chi è nuovo o diverso porta sempre gioia e speranza.
Richiamando la preghiera “manda, Signore, operai nella tua messe”, don Andres ha notato che oggi la missione non è più una grande mietitura collettiva, ma piuttosto un lavoro paziente “spiga a spiga”: la cura della relazione personale è diventata la forma concreta dell’evangelizzazione.
Infine, ha introdotto i quattro pilastri su cui si fonderà la riflessione dell’assemblea, ispirandosi alle parole di Papa Francesco pronunciate durante la sua visita a Bologna: la Parola, il Pane, i Poveri e la Pace. Il Vescovo Zuppi, nella sua lettera pastorale, ha ripreso queste quattro “P”, sottolineando in particolare l’importanza di quella aggiunta – la Pace – come dimensione centrale della vita cristiana e comunitaria.
I quattro pilastri della vita comunitaria
Don Andres ha quindi approfondito il significato delle quattro “P”.
- La Parola di Dio è luce e sapienza per il cammino di fede: ascoltarla e meditarla è fondamentale per orientare la vita personale e comunitaria.
- Il Pane richiama anzitutto l’Eucaristia, ma anche tutto ciò che le è connesso: la liturgia delle ore, l’adorazione eucaristica e le preghiere della pietà popolare, come il rosario.
- I Poveri rappresentano il cuore del Vangelo: non solo coloro che mancano di beni materiali, ma tutti coloro che sanno di dipendere da Dio. Don Andres ha citato le Beatitudini e le parole del cardinale Lercaro, ricordate dal Vescovo Matteo: “Se condividiamo il pane del cielo, come non condivideremo quello terreno?”. La solidarietà concreta è la conseguenza naturale della fede e della celebrazione eucaristica.
- Infine, la Pace, tema caro a Papa Leone, che fin dal suo primo saluto ha detto: “La pace sia con voi”. In un mondo dominato da discorsi di conflitto e di potere, il Papa invita i cristiani a essere artigiani di pace. Don Andres ha citato la Lettera ai Romani: “Per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti”, esortando i fedeli a custodire la pace anzitutto nelle relazioni quotidiane, nelle famiglie e nei luoghi di lavoro. La pace, ha ricordato, si costruisce lentamente, con gesti concreti e fedeli.
I gruppi di lavoro e le domande per la riflessione
Dopo aver presentato i quattro temi, don Andres ha spiegato come si svolgeranno i lavori dell’assemblea. I partecipanti si divideranno in quattro gruppi, uno per ciascun tema. Inizialmente si era pensato di concentrarsi solo sulla Parola, come indicato dal Vescovo nella lettera pastorale di quest’anno, ma si è preferito lasciare spazio a una riflessione più ampia, in modo da aprire il cuore e la mente su tutte le dimensioni della vita parrocchiale.
Ogni gruppo lavorerà a partire da due domande guida:
- Come la Parola (o il Pane, o i Poveri, o la Pace) offerta dalla nostra comunità aiuta la mia crescita nella fede?
- Quali proposte posso fare perché, in uno spirito missionario, la comunità possa incontrarsi con più frutto su questo tema?
La prima domanda è personale e invita a riflettere sul rapporto tra la propria vita di fede e ciò che la comunità offre; la seconda è propositiva e orientata al futuro, per formulare idee concrete e realizzabili. Don Andres ha incoraggiato a concentrarsi sulla vita reale della parrocchia, senza rifugiarsi in esperienze esterne, e a proporre poche iniziative ma significative.
Modalità operative e spirito del lavoro comunitario
Infine, don Andres ha spiegato nel dettaglio come si svolgeranno i lavori dei gruppi. Ogni gruppo avrà un facilitatore incaricato di accompagnare la discussione. Il lavoro inizierà con un momento di invocazione dello Spirito Santo, attraverso una preghiera antica usata nelle assemblee ecclesiali, per entrare in un clima di ascolto e discernimento spirituale.
Dopo la preghiera, i partecipanti si presenteranno brevemente, dicendo il proprio nome, dove abitano e quale servizio svolgono nella comunità o nella vita. Seguirà il confronto sulle due domande: per la prima, ogni persona potrà parlare per circa tre minuti, condividendo un’esperienza personale; poi si farà un secondo giro di ascolto, in cui ciascuno evidenzierà qualcosa di significativo detto da un altro. Lo stesso metodo verrà applicato alla seconda domanda.
Alla fine, ogni gruppo preparerà una sintesi condivisa, che sarà poi presentata in assemblea. Don Andres ha ricordato che si tratta dello stesso metodo usato durante il cammino sinodale, dove si parla sempre in prima persona e con moderazione, senza trasformare il dialogo in un dibattito. Con tono sorridente ha ammesso che, spesso, “il problema dei preti è che parlano troppo”, e ha invitato tutti alla sobrietà negli interventi.
Ha poi comunicato l’organizzazione pratica dei gruppi:
- Gruppo Parola: guidato da Silvano, nella sala San Luca accanto alla canonica.
- Gruppo Pane: guidato da Stefania e Francesco, al primo piano delle sale del catechismo.
- Gruppo Poveri: guidato da Rossano, nella palestra parrocchiale.
- Gruppo Pace: guidato da Laura e Lorenzo Chiappa, anch’essi nella palestra, in uno spazio separato.
Chi non aveva ancora scelto poteva liberamente unirsi a uno dei quattro gruppi, in modo da equilibrare le presenze. Qualora un gruppo risultasse troppo numeroso, come quello della Parola, sarebbe stato suddiviso.
Don Andres ha concluso fissando l’orario del ritrovo comune alle 12:30, nel salone parrocchiale, per condividere il pranzo comunitario. Con questo gesto di convivialità e fraternità, la comunità avrebbe continuato a vivere concretamente lo spirito dell’Eucaristia e dell’ascolto reciproco che aveva animato l’intera mattinata.
Le sintesi del lavori di gruppo
Gruppo PACE Uno (Relatrice: Laura)
1. La metodologia dell’incontro: un clima che favorisce il dialogo
La struttura scelta — una grande riunione introduttiva seguita dalla divisione in piccoli gruppi — è stata percepita come ottimale. Nei gruppi ristretti, infatti, le persone hanno trovato il coraggio di parlare, di aprirsi e di condividere vissuti personali.
Alcuni partecipanti hanno ammesso che inizialmente non volevano venire, perché il volantino sembrava rivolgersi “agli addetti ai lavori”; tuttavia, una volta inseriti nel gruppo, si sono sentiti accolti e hanno partecipato attivamente.
2. La pace come relazione: i conflitti interni alla comunità
Il tema della pace è stato affrontato soprattutto a partire dalle relazioni in parrocchia.
Sono emersi diversi conflitti o difficoltà nella collaborazione tra persone che operano nella comunità: incomprensioni, mancanza di comunicazione e sentimenti di esclusione. Alcuni si sono sentiti messi da parte o poco ascoltati.
3. Il problema della comunicazione e della disinformazione
È stato rilevato che molti fedeli sanno poco di ciò che accade realmente in parrocchia.
La disinformazione, o comunque una comunicazione insufficiente, è percepita come un problema esteso che alimenta distanza, sfiducia e mancanza di coinvolgimento.
4. Appartenenza e partecipazione: una sfida soprattutto per i giovani
Una delle criticità maggiori riguarda la difficoltà nel creare senso di appartenenza, specialmente tra i giovani.
Questi ultimi tendono a essere presenti in modo saltuario, a non prendersi responsabilità e a non sentirsi parte attiva della vita comunitaria.
5. Un desiderio condiviso: ritornare a un clima di collaborazione
È emersa la volontà comune di ricostruire un ambiente sereno, dove le persone possano sentirsi accolte e valorizzate.
Il desiderio è quello di tornare ad avere un clima di collaborazione autentica, dove nessuno si senta escluso.
6. Proposte concrete: un Rosario comunitario e piccoli gruppi periodici
Tra le richieste è stata proposta l’organizzazione di un Rosario comunitario, possibilmente animato, per creare momenti di preghiera condivisa e rafforzare la comunione.
È stato inoltre suggerito di creare piccoli gruppi periodici durante l’anno, per favorire le relazioni, conoscere i desideri delle persone e consolidare un clima propositivo quando si richiede collaborazione.
7. Un’esperienza personale: conforto nel vedere le persone aprirsi
Chi ha scritto gli appunti ha raccontato di aver provato un grande conforto nel vedere le persone parlare liberamente, condividere esperienze e difficoltà.
Ha espresso piena condivisione di quanto emerso nel gruppo.
8. Un’esigenza pastorale: spiegazioni semplici durante la Messa
È stata sottolineata la necessità di offrire spiegazioni semplici dei segni, dei gesti e di ciò che accade durante la liturgia, in particolare per i bambini.
Un maggiore coinvolgimento dei piccoli potrebbe favorire un clima più raccolto, partecipe e “in pace” durante le celebrazioni.
Gruppo PACE Due (Relatore: Lorenzo Chiappa e Erica)
Per coltivare e custodire la pace è necessario l’ascolto, accoglienza, tolleranza, empatia, essere miti, mettersi in gioco, saper fare un passo indietro, rispetto, apertura verso gli altri. Nel passato recente della parrocchia la Pace non è stata sempre presente per vari motivi sia legati ai sacerdoti che si sono avvicendati che ai parrocchiani. Pace non è assenza di conflitti ma è saperli superare. Non bisogna irrigidirsi sulle proprie posizioni. Non portarsi dietro situazioni irrisolte. Pace è favorire il cambio generazionale.
Proposte:
- Stare attenti a che nei gruppi non si creino dinamiche di esclusione e sia favorita l’accoglienza. Fondamentale il ricambio generazionale e rispondere sempre sì a chi chiede se c’è bisogno.
- Dare maggiore visibilità ai gruppi ed alle loro attività. Rendere più visibile la modalità d’accesso alle attività parrocchiali (cucina, aiuto compiti, mercatino etc)
- Apertura a gruppi di religione diversa dalla nostra con spirito di integrazione ed accoglienza sfruttando le iniziative di S.Andrea già presenti e ripetendo i momenti di preghiera interreligiosa.
- Valorizzare il momento di attesa durante la distribuzione alimentare con una presenza viva in mezzo ai richiedenti.
- Ricostruire i gruppi giovanili, rafforzare le iniziative di aggregazione giovanile aperte anche a chi non frequenta la parrocchia. Spazio Libero. Valutare se aggregarsi all’azione cattolica per offrire ai giovani campi stimolanti come ad esempio quelli itineranti.
- Parlare di più della pace, considerare momenti di formazione sulla gestione dei conflitti. Per i giovani iniziative specifiche (es. come essere tifosi)
Gruppo POVERI (Relatrice: Elena)
L’incontro ha messo in evidenza l’importanza del rapporto diretto con i poveri, che permette di sentirsi più vicini alla loro realtà e di vivere una forma di “povertà positiva”: si impara l’affidamento e la semplicità.
Allo stesso tempo emerge la fragilità legata al difendere il proprio benessere, perché il confronto con la povertà interroga e mette in discussione le proprie priorità.
La parrocchia ha un ruolo importante nel colmare povertà e precarietà, offrendo aiuto non solo materiale, ma soprattutto relazionale e umano: ascolto, vicinanza, attenzione ai problemi personali che le persone portano con sé.
Si diventa capaci di pensare agli altri come si pensa ai propri figli, con la stessa cura e rispetto. I poveri insegnano la pazienza, la forza e aiutano a rivedere la scala dei valori, riscoprendo la semplicità e l’essenzialità. La solidarietà nasce in famiglia: lì si impara ad aiutare, condividere, accontentarsi di ciò che si ha.
La fede è vista come un valore aggiunto, che sostiene in questo cammino di ascolto e servizio.
L’incontro porta a riflettere sul proprio benessere, sulla fortuna che si ha e sulla necessità di rimettere ordine nelle priorità, riconoscendo l’importanza delle piccole cose e dei piccoli gesti. La famiglia è un punto centrale in questo percorso.
Proposta Concreta: migliorare la comunicazione delle attività parrocchiali (es. aiutocompiti al sabato, preparazione pacchi viveri al venerdì) attraverso cartelloni, avvisi a messa e volantini, in modo che tutti sappiano cosa si fa e a chi rivolgersi.
Gruppo PANE (Relatrice: Stefania)
Eucaristia: Viene riconosciuta come offerta comune fondamentale, sia a livello personale che comunitario. Importante che sia ben curata in tutti i suoi aspetti (lettori preparati, canto…). Dagli accoliti e ministranti presenti è stata sottolineata la bellezza del vivere la celebrazione dall’altare e della distribuzione della Comunione (abbraccio/dispensazione di un aiuto). L’Eucaristia è stata assimilata ad una “medicina” che il “malato” cerca per curare le ferite.
Altre Offerte Sentite: Adorazione, momento importante di riflessione e incontro con il Signore. Confessioni, apprezzato il fatto di avere appuntamenti ben definiti (BVI e Sant’Andrea)
Proposte:
-
- Spiegare i segni e i gesti durante le celebrazioni, non solo in quelle per le famiglie.
- Valutare uno spostamento dell’orario di una messa domenicale (es. alle 10.30-11), magari alternandosi con la parrocchia di Sant’Andrea.
- Introdurre messe serali feriali
- Prolungare l’orario di adorazione per permettere anche a chi lavora di partecipare.
- Migliorare la comunicazione, ad esempio ripristinando un bollettino parrocchiale (quindicinale o mensile)
- Replicare momenti di confronto come l’assemblea.
Gruppo PAROLA (Relatore: Silvano)
Presenti 15 persone + Silvano = Pierina, Anna Rosa, Irene, Giacomo, Martina, Angela, Mario, Simone, Tonino, Lidia, Maria Claudia, Elena, Carla, Francesco, Luigi.
L’aspetto che è emerso in quasi tutti gli interventi è stato la sottolineatura dell’importanza della Parola nella propria vita, personale e comunitaria, esplicitata con diverse sfumature che qui di seguito riporto testualmente perché molto significative:
- La Parola è importante da ascoltare per conoscere meglio, senza la Parola ci si perderebbe
- Il rapporto con la Parola è il più difficile perché ti coinvolge e ti cambia
- La Parola è importante perché mi coinvolge profondamente
- Fondante è la Parola nella mia vita.
- Prima di andare a dormire leggo la Parola della liturgia del giorno dopo
- Trovo nella Parola un aiuto grandissimo per trovare il senso della mia vita
- La lettura della Parola mi aiuta tanto e mi fa bene
- Sono affezionata alla Parola in generale, è la base del dialogo; mi parla e il suo ascolto è un ascolto salvifico.
- La leggo ogni mattina, confrontarsi e relazionarsi sulla Parola calata nel quotidiano è molto importante.
- La Parola è come il motore, se non la si conosce, tutto si svuota; La Parola è l’alimento della vita.
- La Parola è per me il dialogo con una persona che mi ama e stimola il desiderio di conoscerla di più e meglio.
Attorno a questa comune sottolineatura dell’importanza della Parola si sono sviluppate diverse considerazioni a partire dal primo quesito proposto (Come la Parola offerta dalla ns comunità, aiuta la mia crescita nella fede?) che suddividerei, in sintesi, in alcuni aspetti:
1a domanda – Sull’offerta della Parola nella ns parrocchia
- -È emerso che i momenti proposti nella parrocchia per l’incontro con la Parola sono quasi esclusivamente da identificarsi con la Celebrazione della Messa domenicale che deve essere pertanto accurata, viva e coinvolgente, e l’omelia. Omelia che assume pertanto una grande rilevanza come spiegazione della Parola, come porta di accesso alla Parola stessa e che deve quindi essere coinvolgente ed interessante per stimolare una personale riflessione e ricerca.
- -Da diversi del gruppo, è stata sottolineata l’importanza della recente introduzione dell’adorazione e vespri del venerdì sera. Apprezzata l’adorazione silenziosa.
- -Molto apprezzato il foglietto dei commenti alle letture domenicali
- -Utile anche la partecipazione ai gruppi es. Adulti non solo di età dove si ha la possibilità di un confronto sulla Parola come frutto anche della propria esperienza.
- -In questo ambito si sono sottolineate alcune criticità, derivanti proprio per la limitazione dell’offerta e della fruizione comunitaria della Parola che evidentemente non risolve tutte le aspettative e le necessità personali.
Pertanto, alcuni si sono rivolti ad altre offerte scelte, per esempio, frequentando l’ambiente domenicano o il percorso delle “10 parole”.
Si è sottolineato l’assenza di iniziative per famiglie con bambini che si sentono trascurate
2a domanda – Proposte perché la comunità possa incontrarsi con più frutto con la Parola
- Quanto già esposto al punto 1° celebrazioni significative, eloquenti, curate e con omelie accurate nei contenuti e nella chiarezza.
- Recuperare occasioni di catechesi agli adulti per una formazione continua con incontri non frontali, ma piuttosto aventi un tono famigliare in una condivisione semplice e autentica.
- Ritiri mensili per approfondire la Parola, conoscerla, capirla per dare forza alla propria fede
- Si auspica vivamente la rinascita dei gruppi del vangelo nelle famiglie quando possibile o in parrocchia per un confronto, meditazione e condivisione della Parola nella ferialità della vita.
- Rilancio del gruppo giovani in una modalità che sappia proporre l’ascolto della Parola con attività congeniali ai giovani.
Conclusioni, avvisi e proposte di Don Andres
Don Andres ha presentato diversi progetti e iniziative in cantiere:
- Progetto “Bet” (Casa Gialla):
- Due appartamenti saranno offerti a famiglie segnalate dalla Caritas, non in condizioni di estrema disperazione ma in transizione verso l’autonomia (es. con un lavoro ma senza casa).
- Cerca 4-5 referenti per interfacciarsi con la Caritas, fare rete e comunicare i bisogni alla comunità.
- Emergenza Freddo (Casa Gialla):
- Accoglienza notturna (dalle 19 alle 9) per tre persone senza fissa dimora dal 15 dicembre al 15 marzo.
- Cerca circa 30 volontari (coppie) per l’accoglienza serale (un’ora circa, a turni di una volta ogni 15 giorni).
- Presentazione progetto: 26 novembre.(link al progetto)
- Raccolta Fondi: Per sostenere i progetti della Casa Gialla e Mensana, simile a quella della Quaresima.
- Missione per i Giovani:
- Proposta di una missione di una settimana con i Missionari del Preziosissimo Sangue, rivolta soprattutto ai giovani (17-30 anni).
- L’obiettivo è “stanare” i giovani dove sono (strade, pub), con iniziative serali, oratorio per bambini e tentativi di entrare nelle scuole.
- L’assemblea ha dato il via libera, sottolineando che i giovani già impegnati in parrocchia devono essere destinatari della missione, non organizzatori.
- Altri Avvisi:
- 8 dicembre: Festa della parrocchia con messa e polentata. Inaugurazione dello Spazio Caritas/Scout sotto la chiesa.
- Concerto di Natale (22-23 dicembre) e progetto di restauro dell’organo.
- Giornata della Parola a fine gennaio.
- Viaggio in Grecia (6-13 marzo) sulle orme di San Paolo.
- Benedizioni Pasquali: Invito a partecipare come “beneditori”, anche in coppia o piccoli gruppi.
- Vendita Calendari a sostegno di progetti diocesani e della Casa Nino Dios a Betlemme.
- Laboratorio Presepe: Aperto a nuovi partecipanti.
Saluti e benedizione finale di Don Giuseppe Ponzoni
Don Giuseppe esprime soddisfazione per il lavoro svolto e per la collaborazione con Don Andres, definita un'”accoppiata estremamente felice”. Spiega di aver fatto bene a presentare a Zuppi le dimissioni da amministratore, ritenendo che la parrocchia avesse bisogno di una spinta per “ripartire” e non “stagnare”. E in effetti la parrocchia è ripartita-
Ha raggiunto i 75 anni. In un recente colloqui con Zuppi ha dato disponibilità a farsi da parte. La sua permanenza a Bologna dipende dalla decisione del Vescovo di Lodi, che potrebbe richiamarlo in qualsiasi momento.
Conclude con una battuta (“Se vedete qualcosa che non va in me, vuol dire che siete ciechi”) e impartisce la benedizione finale.






