BVI – Sabato 19 ottobre 2025 c’è stata la Giornata della Meraviglia a cui hanno partecipato i bambini che iniziano l’anno catechistico, i bambini dell’aiuto compiti e tutti quelli che si sono voluti aggregare.
Un bans, un foglio da colorare, un grande gioco, tante bolle di sapone e un sorriso che nasce nel bel mezzo della realtà. È cominciata così la nostra Giornata della Meraviglia 2025, celebrata in più di 100 piazze, scuole, biblioteche e oratori italiani, uniti sotto un’unica bandiera: quella della meraviglia come diritto di ogni bambino — anche e soprattutto di quelli che vivono in contesti di guerra. Noi abbiamo festeggiato domenica 19 ottobre anziché il 12 ottobre, data ufficiale, perché concomitante con la nostra celebrazione della Cresima.
Ci siamo ritrovati, genitori e bimbi, per iniziare insieme il nostro cammino partecipando anche quest’anno a questa iniziativa, giunta alla 5ª edizione ideata da Marco Rodari, in arte Claun il Pimpa, che da anni è attivo nei teatri di guerra — Siria, Ucraina, Gaza, Iraq — portando clownterapia, giochi e speranza nei campi profughi e nei luoghi in cui l’infanzia è ferita, ma mai del tutto spenta. Quest’anno ci siamo soffermati sul tema “NO CURE”. Ecco il manifesto delle 12 fatiche dei bambini della guerra di quest’anno:
“Un bimbo a cui regali meraviglia diventa portatore sano di pace”, ama ripetere Rodari.
Cos’è la meraviglia? È quello stupore che ci sorprende all’improvviso, che ci apre gli occhi e il cuore. Meravigliarsi è un atto rivoluzionario. È guardare con occhi nuovi ciò che diamo per scontato. La Giornata della Meraviglia non è solo una ricorrenza: è un’occasione per cambiare prospettiva. Per riscoprire quanto può essere straordinario anche ciò che ci appare “normale”. Perché la meraviglia non è fuori, ma dentro di noi — basta solo allenarsi a vederla. Pensiamo che anche nel nostro cammino d’incontro alla scoperta di Gesù abbiamo bisogno di meravigliarci davanti alla grandezza dei suoi doni per noi, cambiare prospettiva e riscoprire quello che abbiamo dentro.
Allora tra la canzone della Meraviglia, ballata dai genitori con i bimbi; l’ospedale dei pupazzi dove abbiamo curato i peluche malati; i braccialetti amaranto, simbolo della meraviglia e i disegni delle meraviglie per i bimbi della guerra che ritroveremo esposti domenica in chiesa, siamo arrivati al gran finale tra mille bolle di sapone. Un grande grazie va ai giovani catechisti che hanno sostenuto e fatto si che tutti i bimbi, anche quelli venuti a far festa dal gruppo dell’aiuto compiti, sia tornati a casa con un gran sorriso stampato in viso.





