Gruppo giovani

“Fidati, io vado davanti”: Luca Zambonelli racconta il suo cammino di fede, tra croci e resurrezioni, al gruppo giovani

Un racconto appassionato e senza filtri di un uomo che ha imparato a litigare con Dio, a fidarsi nel silenzio del sabato santo e a riconoscere la Sua presenza nelle pieghe della vita

BEATA VERGINE IMMACOLATA – “Gesù non è una cosa che ho imparato su un libro, ma una persona con cui si può anche litigare”.  Così Luca Zambonelli ha aperto il suo cuore ai giovani riuniti presso la Parrocchia della Beata Vergine Immacolata. La sua non è stata una lezione, ma una condivisione della sua vita: un percorso accidentato tra fede messa alla prova, promesse divine incomprese e un amore viscerale per le Scritture, che gli hanno insegnato a fidarsi anche quando la strada sembrava interrotta.

È il primo di una serie di incontri che quest’anno verranno proposti al gruppo giovani della Zona (over 18, universitari e lavoratori). Ad ogni incontro inviteremo un ospite a raccontarci la sua esperienza di vita e il posto della fede in essa. Luca viene dalla parrocchia della BVI, dove ha fatto tutto il percorso di formazione cristiana, poi è stato catechista (due dei suoi bambini di allora erano presenti all’incontro!). Ecco il riassunto dell’Intervento di Luca Zambonelli.

1. Le origini di una fede “appresa” e la svolta sul cammino di Santiago. Luca racconta di una fede giovanile formale, “imparata da un libro”. La svolta arriva a 19 anni, durante il Cammino di Santiago. Dopo aver superato un ponte che lo terrorizzava a causa delle sue vertigini, a Porto Marin, in un momento preciso avviene l’incontro di Gesù , un’esperienza spirituale profonda. Non una visione, ma la certezza interiore della presenza di Gesù che gli dice: “Non ti preoccupare, io vado davanti, tu seguimi”. Comprende così che Gesù è una persona reale con cui relazionarsi.

2. La prima croce: il divorzio e la “lite” con Dio. Cresciuto con il valore dell’indissolubilità del matrimonio, si sposa in chiesa nel 2011. Nel 2018 divorzia. Questo evento lo getta in una crisi profonda. Si scontra con la “vita vera” e litiga ferocemente con Gesù, al punto da desiderare di prenderlo a schiaffi. Scopre, però, che Gesù “non litiga indietro”: ascolta, fa sfogare e, come nel Getsemani, gli propone di affidarsi: “Sia fatta la tua volontà”. Gli fa capire che sta vivendo il suo Venerdì Santo, ma che dopo la croce c’è la Resurrezione.

3. Il “sabato del silenzio” e l’Incontro con Marina. Dopo il divorzio, vive un periodo di desolazione, il “Sabato del silenzio”, dolorosissimo da sopportare. In questo frangente, nel 2019, conosce Marina, una donna con un figlio piccolo. Inizia con lei un percorso di amore e di verità, avviando parallelamente la pratica di nullità matrimoniale in Sacra Rota perché “non vuole gabbare Gesù”. Scopre che il figlio di Marina non è un ostacolo, ma un “valore aggiunto” che li lega profondamente. Inizia a intravedere l’alba della Resurrezione dopo il buio.

4. La seconda croce: la malattia di Marina e un matrimonio miracoloso. Nel 2020, a Marina viene diagnosticato un tumore. La comunità si mobilita in un’ondata di amore e sostegno. Per affrontare la situazione, si sposano in comune e Luca adotta il bambino. Nonostante le cure e un apparente successo, la malattia ritorna proprio mentre stanno per celebrare il matrimonio in chiesa, più volte rimandato per intoppi burocratici. Riescono infine a sposarsi il 27 novembre 2022, con una dispensa del vescovo. Quel giorno, Luca definisce un “miracolo”: Marina, fino al sabato gravemente malata, la domenica è “sana come un pesce” per celebrare un matrimonio bellissimo, per poi riammalarsi il lunedì.

5. L’ultimo addio e la nuova lotta con la fede. Nonostante una splendida estate di apparente ripresa, nel maggio 2023 i medici comunicano che a Marina restano poche settimane di vita. Marina muore il 26 ottobre 2023. Per Luca è di nuovo Venerdì Santo. La disperazione è totale: si sente tradito dalla promessa di Resurrezione. A Natale rifiuta Dio, va a messa solo per cantare in coro, ma senza ascoltare. La svolta arriva a Pasqua, quando un canto (“Con questo mio corpo ti vedrò”) gli ricorda che la promessa della Resurrezione è anche per Marina. È una “boccata d’ossigeno”, ma il dolore quotidiano resta.

6. La svolta definitiva: scoprire che “il gioco è un Aatro”. Durante un pellegrinaggio a La Verna, il dolore lo assale di nuovo e litiga nuovamente con Gesù. Questa volta, però, sente che Gesù non gli mostra il suo volto, ma quello di Marina che gli ripete “Fidati”. In un momento di profonda desolazione, aiutato dalla sua guida spirituale (una suora di clausura di Fanano), inizia a pregare: “Gesù, ma tu mi vuoi bene?”. Meditando sul Vangelo di Giovanni (“Mostraci il Padre”), ha un’intuizione fondamentale: capisce che il “nemico” (il diavolo) sta cercando di usare la Parola di Dio contro di lui, facendogli fraintendere le promesse divine. Comprende che il tempo di Dio non è lineare come il nostro: la promessa della Resurrezione è già realtà in Dio, anche se noi la viviamo nel susseguirsi di venerdì, sabato e domenica. È una grazia che gli fa “vedere le carte” di Dio, trasformando la fede da un atto di volontà a una certezza basata sull’evidenza interiore.

7. Gli strumenti del cammino: preghiera, Bibbia e direzione spirituale. Dalle numerose domande emergono alcuni strumenti utili:

  • Il dialogo con Gesù: Per Luca è un dialogo reale, a volte mentale, a volte ad alta voce, come si fa con un amico. Le risposte non sono audibili, ma arrivano attraverso un canto, una lettura, un meme, una frase che “ti si incolla addosso” nel momento del bisogno.
  • Il rapporto con la Bibbia: Non la legge in modo legalistico, ma come una “fonte a cui attingere quando si ha sete”. Sottolinea l’importanza di notare i “dettagli che non tornano” nelle Scritture (es. il vitello grasso, la senape come erbaccia), perché lì spesso si nasconde un messaggio personale. “La Bibbia spiega la Bibbia”, seguendo i rimandi interni.
  • La direzione spirituale: Descritta non come un rapporto gerarchico, ma come un dialogo alla pari con la suora di Fanano. È un confronto con qualcuno che “vede le cose da una prospettiva diversa”, un punto di vista fidato che aiuta a decifrare il proprio cammino.

8. La metafora del cammino. Conclude con la metafora del Cammino di Santiago: la vita è come un pellegrinaggio dove bisogna fare attenzione a cosa si mette nello “zaino” (le priorità) e dove la fiducia consiste nel fare “un passo alla volta”, seguendo le “frecce” (la guida di Dio) anche quando la meta finale non è visibile. A volte si sbaglia strada e si trova un fiume senza ponte, ma l’importante è rimettersi in cammino, perché l’alternativa è la morte spirituale.

La serata si è chiusa con un invito ai giovani a riflettere sulle domande suscitate e a non lasciare che la testimonianza rimanga un evento isolato, ma che continui a risuonare nella loro vita quotidiana.