BEATA VERGINE IMMACOLATA – Sabato 27 gennaio 2024 c’è stato il primo incontro per gli adulti in cammino. Don Andrea, Marco e Barbara hanno presentato il salmo 127 e portato la loro testimonianza. In gruppi poi c’è stato il dialogo di approfondimento su alcune domande preparate. A seguire la cena.
Il libro che ha aiutato a preparare questo incontro è stato: Gli Scritti della Bibbia e le relazioni familiari (Michelini-Zattoni).
Hanno partecipato circa 40-50 persone dai 45 anni e over…
Ci siamo interrogati tra l’altro su cosa il Signore ha costruito nella nostra vita oppure se siamo noi a costruire e il Signore ci guarda; cercando di condividere esempi concreti, esperienze vissute. Gli interventi, sia quello esegetico di introduzione ai Salmi di Don Andres, che quelli di testimonianza sono stati brevi, ciò ha aiutato a rimanere concentrati, la divisione in piccoli gruppi (5-6 persone max) ha favorito la partecipazione e lo scambio di tutti.
Dalle prime impressioni raccolte a caldo: esperienza molto positiva, formula apprezzata per non eccessiva lunghezza, per approfondimento esegetico che contestualizza, per le domande che facilitano e guidano l’avvio agli interventi favorendo lo scambio tra persone che è sempre un arricchimento e avvicina nelle relazioni. Quindi un ottimo inizio di cammino!
Le registrazioni degli interventi:
Il testo di Barbara
Approcciarmi a questo salmo mi è costato fatica, un po’ per scarsa abitudine, un po’ perché alle prime letture non mi risuonava un granché. I riferimenti presenti alla storia antica di Israele mi sembravano di difficile attualizzazione.
Nell’approfondimento fatto prima di questo incontro, Don Andres ci ha invitato a non fermarci ad una lettura piatta, forse un po’ comoda e scontata, ma ci ha posto domande sul nostro rapporto personale con il Signore, chiedendoci esempi concreti, esperienze vissute in cui avessimo avvertito il Signore costruire nella nostra vita…
Confesso che mi sono sentita in difficoltà, la richiesta inizialmente mi è sembrata troppo a freddo (sono caratterialmente un tipo riflessivo, raramente agisco di pancia, sono un diesel spiritualmente…)
Ho cercato di formulare un primo pensiero, spiegando un po’ genericamente, che il percorso fatto sino ad ora si è realizzato sicuramente grazie alla sua presenza e alla sua protezione, ho paragonato la presenza di Dio nella mia vita alla mano che ha guidato i miei passi prima, poi ai nostri come famiglia, ma anche questa immagine mi è stato ricordato che NON è un’esperienza concreta ma piuttosto una “frase fatta” …
Ho provato ad argomentare che comunque provo gratitudine per tutto ciò che ho /abbiamo realizzato, che sono riconoscente per la famiglia d’origine, per la nostra famiglia, per gli amici, il lavoro, le esperienze vissute fino ad ora e che tutto sommato mi sento fortunata…ma mi è stato fatto notare, nuovamente, che “destino” e “fortuna” non possono essere i termini corretti per quello che cercavo di dire…
La parola corretta è: “GRAZIA”! (dice la voce “fuori scena”)
Non so voi, ma io la parola grazia penso di averla pronunciata solo nelle preghiere e in pochissime altre occasioni durante la mia vita…una roba un po’ da santi…
…E ora io dovrei condividere quando ho sentito/avvertito la grazia di Dio nella mia vita…?
Don Andres vedendoci ancora in difficoltà nel cercare di fornire esempi concreti, ci ha dato anche un ulteriore aiutino (quello che generalmente si dà solo agli studenti “di coccio”) elencandoci le situazioni in cui in genere è più facile (o forse meglio dire, meno difficile) percepire la grazia, la benevolenza, l’amicizia di Dio verso di noi: ostacoli, prove, difficoltà, malattie, cambiamenti, lutti, separazioni, perdite..
A questo punto, mi sono passate davanti come in un film, alcune immagini del calvario vissuto, purtroppo, da entrambi i miei genitori in età anziana; prima il lento spegnimento di mio padre e poi quello più recente di mia mamma, la demenza, l’allettamento e le fatiche del sentirsi figlio ma di non riconoscere più il genitore come tale ma piuttosto il peso di doverlo accudire come si farebbe con un neonato senza apparentemente ricevere più niente in cambio…
Ho rivisto la mia fatica personale nel provare a dare un senso a quella vita flebile e trascinata, il mio senso di inadeguatezza, a volte di impotenza davanti alla sofferenza muta, il mio averla paragonata tante volte a un Cristo sulla croce… riflettendo su quegli anni di vicinanza, assistenza e accompagnamento di mia mamma verso la fase finale, ho percepito che a costruire, edificare, vigilare, vegliare (tutte le azioni citate nel salmo 127) non ero io che mi affaticavo invano, ma era la grazia del Signore, la sua benevolenza che mi sosteneva e costruiva al mio posto .
Posso quindi dire che il Signore ha dato “consistenza” ai miei sforzi e alle mie fatiche di figlia, essendo fonte di bene e supporto per me e traguardo /meta per i miei genitori.
Marco
- La mia esperienza: “uomo in carriera” …Io costruisco e il Signore mi guarda ed aiuta (la sua mano sulla mia testa). Approccio calvinista?
- Problema: se mi dimentico che il Signore mi guarda ed aiuta, in realtà da solo non vado da nessuna parte… tutto è vanità (Qoelet)
- Quando ho sentito la presenza del Signore che mi ha aiutato a costruire? Soprattutto grazie all’incontro con alcune persone unitamente ad esperienze fatte (es…)
- Lucky man: non ho vissuto direttamente ma solo indirettamente esperienze di dolore (lutti, malattie, ecc…). Quando arriveranno le sventure la mia casa sarà salda sulla roccia oppure costruita sulla sabbia? Giobbe come esempio virtuoso…!?
- I figli: una grazia assoluta, non una ricompensa, ma esclusivamente dono.