BOLOGNA – Durante le vacanze di Natale sì è concretizzata un’iniziativa partita dall’incontro di alcuni giovani ucraini e italiani quest’estate alla GMG di Lisbona. Dall’AC nazionale è nata l’idea di ospitare alcuni giovani ucraini che necessitano di vivere un tempo di serenità e ordinarietà, di incontro con altri loro pari e, insieme, poter condividere quanto stanno vivendo in questi mesi (ormai anni…) di martoriata violenza. Le AC diocesane di Bologna e Vicenza hanno accolto e organizzato visite e incontri per rendere la loro settimana di permanenza in Italia bella e arricchente.
Il gruppo di giovani (dai 16 ai 25 anni) che arrivano da zone di guerra Kharkiv, Odessa, Kherson, Donestk, sono stati ospiti giovedì 4 gennaio anche a Sant’Andrea con un pranzo offerto dalle nostre cuoche e condiviso insieme ad alcuni nostri giovani. Proprio a loro abbiamo chiesto di condividere le impressioni e i pensieri suscitati da questo incontro.
Asia
Credo sia stato un momento di cui avevamo bisogno più noi che loro. Abbiamo parlato tanto, ci siamo confrontati su abitudini che abbiamo in comune e non. Sono ragazzi che hanno una grande passione per l’arte e la cultura: scrivono poesie, studiano canto, suonano il piano. Ci hanno anche consigliato dei materiali accurati per informarci meglio sull’Ucraina. Sono ragazzi pieni di vita e con tanta voglia di fare. Spero che possano vivere la loro gioventù nella massima libertà e che possano pensare che per loro c’è un futuro, senza essere oppressi dal presente.
Francesco
E’ stato il momento di cui non sapevo di aver bisogno. L’ho approcciato con un po’ di superficialità, non ero convinto di partecipare anche perché non avevo la minima idea di come affrontare persone che vivono una realtà così lontana dalla mia, difficile anche solo da immaginare. Una volta seduti a tavola però, i pesi che portiamo nelle nostre vite (i loro macigni, ma anche i nostri sassolini) sono crollati, ed è stato un momento paradossalmente leggero e spensierato in cui abbiamo riso e scherzato, condividendo come se niente fosse cosa studiamo, che musica ascoltiamo, cosa si mangia nelle nostre città, loro qualche parola di ucraino e noi qualcuna di italiano.
Tornando a casa mi sono reso conto che nonostante i segni che indubbiamente portano dentro, quello di cui avevano bisogno e che con il loro entusiasmo di conoscerci ci stavano chiedendo, era un semplice momento di quella che per noi è normalità, ma che per loro è una rarità. Probabilmente ho così apprezzato questa occasione proprio perché, vedendo quanto sia prezioso per loro l’incontro con l’altro, mi sono sentito davvero privilegiato e ho potuto comprendere quanto lo sia anche per me.
Letizia
E’ stato veramente un bellissimo momento di condivisione, soprattutto perché non ci trovavamo davanti a persone con vite molto facili che però sono riuscite a mettere da parte i dispiaceri facendoci divertire molto. Sicuramente conoscere anche altre culture è sempre interessante, e farlo con ragazze che per la maggior parte avevano la nostra stessa età e i nostri stessi hobby è stato ancora più coinvolgente.
Anna
Il pranzo con i ragazzi ucraini è stata una grande festa. Non mi sarei mai aspettata di ridere o di condividere momenti così preziosi con ragazzi che vivono una realtà e una quotidianità tanto diversa dalla mia. Mi ha stupito vedere come loro fossero curiosi di sapere cosa conoscessimo della situazione in Ucraina, e poi illuminarsi quando gli abbiamo chiesto di raccontarci le loro tradizioni e insegnarci qualche parola in ucraino. Ma soprattutto porto nel cuore i loro sogni sul futuro, non così diversi dai nostri.